Navigabilità e Bonifica del Tevere

La bonifica del fiume Tevere e la sua navigabilità da tempo sono al centro di Piani Strategici e di intervento.  Nei mesi scorsi la Regione Lazio ha finanziato con 2,1 milioni di euro un'importante manutenzione ordinaria e straordinaria sul tratto di Tevere tra Castel Giubileo e l'Isola Tiberina per opere di bonifica comprendenti lo smaltimento dei rifiuti, il taglio di cespugli, tronchi e rami, il monitoraggio delle sponde. Eseguiti questi lavori l'obiettivo è quello di candidare il Tevere per il programma europeo Horizon 2020 per la valorizzazione, la tutela ambientale e la promozione turistica del fiume. Che significa soprattutto arrivare ad una sua piena navigabilità. L'obiettivo, dopo altri interventi di bonifica già realizzati ed altri in programma, è quello di rendere il fiume navigabile, almeno così ha detto ad agosto il presidente della commissione ambiente di Roma Capitale, Daniele Diaco. Tra i progetti realizzati nel tempo c'è ad esempio quello relativo al Piano di Stralcio dell'area Metropolitana per il recupero globale del Tevere nell'area urbana di Roma con programmi di rivalutazione ambientale del tratto fluviale da Castel Giubileo alla foce. L'Autorità di Bacino del Fiume Tevere si era posta come obiettivo gli interventi per la manutenzione ed il riordino delle condizioni di ormeggio presso Fiumara Grande. Per una piena navigabilità del fiume occorrono però tutta una serie di misure: la definizione delle condizioni e la programmazione delle azioni strutturali e non strutturali da mettere in atto con l'individuazione delle portate minime necessarie alla navigabilità, la definizione delle caratteristiche dei battelli compatibili con il canale di navigazione e con l'ampiezza e l'altezza dei ponti, la messa a punto di un sistema di monitoraggio del canale per consentirne la navigazione e gestirne la manutenzione, la redazione di un piano di sicurezza idraulica per le opere da realizzare e rendere davvero possibile la navigabilità.


Il Tevere, è superfluo ricordarlo,  è stato un fattore abilitante importantissimo per la prosperità di Roma antica. I prodotti venivano trasportati dall’entroterra sul Tevere fino ad Ostia da dove venivano imbarcati sulle navi onerarie e smistati verso le provincie dell’Impero. Dal principale porto romano di Ostia si poteva raggiungere Roma anche tramite un canale artificiale realizzato per snellire il traffico sul Tevere vero e proprio. Tornando al presente, sarebbe teoricamente possibile rendere navigabile il fiume su tutto il tratto Perugia-Roma lungo 285 chilometri, con la sola (non piccola) difficoltà di superare la disconnessione presente ad Alviano. Il Tevere potrebbe essere sfruttato anche per il trasporto merci mediante chiatte di basso pescaggio, riducendo i traffici commerciali sull'autostrada Roma-Civitavecchia. Dalla foce le merci potrebbero arrivare nel cuore di Roma facilitando la distribuzione al dettaglio e alleggerendo il traffico di autocarri. Lungo il fiume inoltre, i centri dal grande richiamo storico, culturale e paesaggistico qualora la navigazione fosse resa sicura sarebbero di grande richiamo per un turismo sostenibile, a bassa usura ambientale, a similitudine di quanto in atto da sempree in Francia o in Germania. Anche nel trasporto urbano il Tevere potrebbe essere di grande aiuto alla viabilità caotica di Roma, almeno da Settebagni fino a Fiumicino, con varie fermate intermedie che potrebbero ricongiungersi al tratto già navigato dai battelli da Ponte Duca D'Aosta all'isola Tiberina. La premessa indispensabile è tuttavia la bonifica ambientale del fiume e delle sue acque. Il trasporto fluviale dovrebbe essere inoltre sottoposto a severi controlli antinquinamento, incentivando/obbligando le imbarcazioni a sottostare alle norme più rigorose per la navigazione fluviale come quelle adottate per consentire la navigazione dei fiumi canadesi ad esempio.  Il Tevere potrebbe aiutare davvero Roma e non solo, a migliorare la qualità della vita dei suoi cittadini, anche se le difficoltà tecniche e i costi necessari per valorizzare appieno il fiume di Roma sono senz’altro imponenti. Il problema non è tuttavia rappresentato tanto dalle difficoltà naturali da superare e dalle risorse da reperire. Il problema risiede purtroppo nella politica e nella sua incapacità di fare le cose che servono alla comunità con tempestività, complice il TAR di turno e il frazionamento di autorità fra infiniti centri di potere ufficiali e non, che dovrebbero lavorare all’unisono per il bene comune. Ma la colpa è anche nostra, perché ci occupiamo poco della cosa pubblica.  





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