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Visualizzazione dei post da maggio, 2018

Plastica negli oceani: la prima mappa spaziale.

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Ancora una volta la tecnologia legata allo Spazio ci aiuterà a comprendere meglio una dinamica fondamentale per l'ecosistema mondiale: quello della reale entità di plastica presente negli oceani Una vera e propria mappa su questa pesantissima contaminazione inquinante potrà essere realizzata grazie al progetto collegato ai satelliti Sentinel 3 , del programma Copernicus promosso dall' Esa, (Agenzia Spaziale Europea) e della Commissione Europea . I satelliti ci permetteranno di scovare quei milioni di tonnellate di plastica (circa 10) che ogni anno finiscono negli oceani. Il progetto è partito nel settembre 2017 e vede proprio un italiano, Paolo Corradi, come coordinatore della ricerca. I primi risultati sono stati presentati della Conferenza Internazionale sui detriti marini organizzata a San Diego, negli Stati Uniti.  « Lo scopo del progetto – ha commentato Corradi - è valutare la fattibilità di misure ottiche dirette dei rifiuti di plastica fatte con l

Artico: l'estensione del ghiaccio marino ai minimi storici.

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Il ghiaccio marino artico è ai minimi storici. Lo scorso 17 marzo, secondo i dati diffusi dalla Nasa, è stato il giorno in cui il ghiaccio che ricopre il mare dell'Artico ha riportato un'estensione annuale di 14,48 milioni di chilometri quadrati, si è trattato del giorno in cui si è registrato il picco massimo dell'anno. Un'estensione che supera di soli 60 mila chilometri quadrati rispetto a quella registrata nel 2017 che aveva fatto registrare il picco storico negativo. Quindi siamo davvero a livelli bassissimi, basta considerare che siamo sotto di 1,16 milioni di chilometri quadrati di copertura ghiacciata rispetto alla media 1981-2010 . Come dire che manca all'appello una superficie pari Germania, Spagna e Italia messe insieme. Le misurazioni satellitari del   livello del ghiaccio marino artico sono cominciate 39 anni fa, registrandone nel corso del tempo una costante riduzione. In particolare il processo si è nettamente velocizzato negli ultimi

Tra conferme e frenate diplomatiche, la missione italiana in Niger prosegue

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Tra conferme e frenate diplomatiche, la missione italiana in Niger prosegue di Ammiraglio Giuseppe de Giorgi La missione italiana in Niger è in stallo, anzi no prosegue senza problemi. A leggere le notizie delle ultime settimane sull’argomento si capisce piuttosto che c’è ancora molto da chiarire sull’intervento dell’Italia per bloccare il flusso dei migranti Articolo completo Tra conferme e frenate diplomatiche, la missione italiana in Niger prosegue

Il nucleare, ago della bilancia in un possibile conflitto israeliano - iraniano

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Il nucleare, ago della bilancia in un possibile conflitto israeliano - iraniano di Ammiraglio Giuseppe de Giorgi Il 12 maggio l’Europa doveva decidere come modificare l’accordo nucleare con l’Iran. Trump deciderà cosa fare nei giorni seguenti. L’Iran teme quella data, ma si sente forte del sostegno della Russia che ha basato la sua presa sulla Siria ... Articolo completo Il nucleare, ago della bilancia in un possibile conflitto israeliano - iraniano

Depurazione delle acque: filtri a biomassa adesa

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Il mistero è durato una decina di giorni: un numero impressionante di dischetti di plastica si erano riversati in alcuni tratti di costa del mar Tirreno centrale, soprattutto nei pressi dell' isola di Ischia, sul litorale campano ed in quello laziale, tra Anzio e Fiumicino . Piccoli dischi bianchi della grandezza di una cialda da caffè con una grata all'interno . Il dilemma è stato poi risolto grazie al lavoro del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera che ha accertato un'altissima presenza di questi filtri nelle vicinanze di un impianto di depurazione nei pressi della foce del Sele. Si trattava per l'esattezza di " filtri a biomassa adesa" utilizzati per la depurazione delle acque reflue. Dal Sele finivano poi sul Tirreno e trasportati dalle correnti arrivavano alle coste della Campania e del Lazio fino ad arrivare addirittura sul litorale sud della Toscana.   È stato così sequestrato dalla Capitaneria di Porto di Salerno, su input

Plastic Busters Mpas, per liberare il Mediterraneo dalla plastica

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Si chiama “Plastic Busters Mpas” ed è un progetto nato per   proteggere dall' inquinamento da plastica le aree del Mediterraneo, purtroppo particolarmente esposte a questo tipo di contaminazione.   Il Mediterraneo è infatti una delle aree più colpite da rifiuti plastici nel mondo, così come recentemente documentato su riviste scientifiche internazionali dai ricercatori coinvolti nel progetto. Anche all’interno delle aree protette , gli impatti sulla fauna marina, comprese le specie in via di estinzione, non sono completamente conosciuti, e sono ancora insufficienti le misure di prevenzione e mitigazione. Si tratta del primo progetto su scala mediterranea, in cui i paesi dell’Unione Europea e alcuni paesi candidati all’adesione uniscono le forze per affrontare la problematica dei rifiuti marini , con un approccio coordinato .L'idea è partita da Plastic Busters, iniziativa dell 'Università di Siena, condivisa con la Marina Militare e dei suoi ricercatori di